mercoledì 19 ottobre 2016

LA DOLCEZZA DELLA SERA




Un brivido
attraversa l’aria
all’abbandono lento
del sole

D’intorno
una  muta dolcezza
si espande
nell’accogliere il sonno
calante
sull’amato sguardo
del giorno

- Giovanna Giordani -

lunedì 10 ottobre 2016

MIGRATORI




 In gerarchie di forza
                       fende l'aria
         uno stormo di uccelli migratori
                puntando verso sud
                   sicuro di trovare
              una vita migliore

                   Originano danze 

                         le prove generali
                                           del viaggio 
                                che all'unisono s'appresta
                                             sorvolando
                     il paese infreddolito

                               Un passante

                       un po' meno distratto
                       alzando gli occhi al cielo
                    si sofferma a guardare
                             stupefatto
                   come rapito da un incantamento
                                         Poi
                            con passo lento
                  riprende a camminare.

- Giovanna Giordani - 

lunedì 3 ottobre 2016

I PENSIERI DI AMELIA

Dedicato alle amiche (c'è anche qualche amico, credo) che mi leggono e commentano e che, come me, sognano un mondo migliore


C’era una volta una bambina che si chiamava Amelia. Viveva vicino al mare in un grazioso paesino di pescatori. Amelia amava molto il mare e le piaceva osservarlo in silenzio, seduta sulla spiaggia dove rimaneva tutto il tempo che le era possibile.
Guardava il mare e nella sua mente si affacciava una moltitudine di pensieri con i quali stava volentieri in compagnia perché erano pensieri di pace e serenità.
Un pomeriggio d’estate, mentre i suoi occhi erano puntati verso il cielo,  un enorme gabbiano grigio la sorvolò vicino al capo e…zac, le rubò i  pensieri.
 Amelia lo guardò allontanarsi disperata e iniziò a piangere.
Dopo qualche minuto sentì accanto a lei un soffio di vento e all’improvviso si trovò dinanzi una bellissima fata che le sorrideva.
-       Perché piangi bella bambina? – le chiese la fata.
Si può immaginare lo stupore e la meraviglia di Amelia di fronte a quella visione. La fata se ne accorse e la incoraggiò così:
 - non spaventarti, io sono la fata del mare e passavo di qui per cercare la mia collana di conchiglie preferita che ho smarrito qualche giorno fa. Dunque non vuoi proprio dirmi qual è la ragione delle tue lacrime? –
Allora Amelia riavutasi dalla sorpresa rispose con la voce rotta dai singhiozzi:
 - un grande gabbiano mi ha rubato i pensieri mentre ero intenta ad ammirare il cielo azzurro come il mare -.
- Oh, questo è proprio un brutto guaio – rispose la fata – ma io voglio aiutarti. Conosco il luogo dove si riuniscono i gabbiani per i loro convegni vespertini. Ma come farò a capire qual è,  fra i tanti,  quello che ti ha rubato i pensieri? Dovresti descrivermelo un po’.
– Ho visto solamente che era più scuro degli altri ed aveva le zampe blu, anziché gialle come quelle di tutti i gabbiani – rispose Amelia.
Allora la fata promise ad Amelia che avrebbe cercato il gabbiano ladro di pensieri e che sarebbe tornata il giorno successivo, nello stesso posto sulla spiaggia, all’ora in cui si erano conosciute.
Amelia si sentì un po’ rasserenata da questo stranissimo incontro e ringraziò la fata del mare.
Il giorno dopo Amelia non mancò  all’appuntamento con la fatina,  la quale si presentò col solito sorriso luminoso e le mani che tenevano stretto uno scrigno a forma di conchiglia.
Amelia la salutò con gioia e speranza. Si sedettero ambedue su uno scoglio che stava li vicino e la fata iniziò il suo racconto.
- Devi sapere – disse – che non ho faticato molto a rintracciare il “tuo” gabbiano in quanto le sue zampe blu spiccavano fra tutte quelle gialle dei suoi compagni. Ma oltre alle zampe blu  aveva sul capo una coroncina luccicante di pietre preziose dai colori dell’arcobaleno. Egli se ne stava in disparte e non partecipava alla conversazione con i suoi compagni,  allora mi sono avvicinata e, siccome io so parlare la lingua dei gabbiani, gli ho chiesto come mai aveva le zampe blu e la coroncina di perle variopinte sul capo. Notai nei suoi occhi una luce riconoscente ed egli incominciò a raccontarmi la sua storia:
-        gentile fata, io sono vittima di un incantesimo in quanto sono un re di un regno lontano ed ero sempre impegnato in guerre e uccisioni finché il mio cuore mano a mano che il tempo passava diventava sempre più insensibile al dolore che provocavo ai miei simili. Ma un giorno toccò a me perdere una guerra e fui imprigionato in un maestoso castello il cui re aveva dei poteri speciali. Lo implorai insistentemente di lasciarmi la vita e la libertà. Questo re mi rispose che avrei avuto  la vita e la libertà, ma sarei stato trasformato in un gabbiano.  Inoltre mi disse che se volevo ridiventare umano avrei dovuto portargli i più bei pensieri che esistessero al mondo. Così, dopo tanto vagare per i cieli, quando ero ormai sfiduciato e rassegnato al mio destino, un pomeriggio vidi sulla spiaggia in riva al mare una bellissima bambina che guardava estasiata il cielo e sopra la sua testa dentro una piccola nuvola bianca brillavano i pensieri più belli del mondo. Senza esitazione li carpii in fretta e questi si tramutarono subito nella corona che mi vedi sul capo,  a conferma  che erano proprio i più bei pensieri del mondo che mi avrebbero potuto liberare dall’incantesimo. Mi fermai in questo luogo per riposarmi un po’ dal mio vagabondare e assaporare la mia gioia, prima di intraprendere il viaggio verso il regno del re-mago.  Ma quando ho cercato di spiccare il volo  le mie ali non riuscivano  più ad aprirsi e così sono disperato. -  
- Le tue ali non si aprono – dissi al gabbiano -  perché la bambina alla quale hai rubato i pensieri ora è triste e piange, perciò ti chiedo di darmi la coroncina dei pensieri affinché io possa restituirgliela.-
- Il gabbiano sulle prime si rifiutò, ma poi, consapevole che in ogni caso non avrebbe potuto volare, mi permise di toglierla dal capo ed eccola qui.-
La fata aprì lo scrigno a forma di conchiglia ed apparve la coroncina luccicante di perle dai colori dell’arcobaleno.
-       Ecco i tuoi pensieri,  Amelia -  disse la fata -  il gabbiano te li restituisce e ti chiede scusa per averteli rubati.-
-       Ma lui  sarà sempre vittima dell’incantesimo – rispose Amelia – non voglio che la sua vita sia così triste a causa mia.-
A queste parole la coroncina cominciò a brillare di una luce accecante e lentamente nello scrigno ne apparve un’altra uguale identica.
La fata capì immediatamente cosa era successo e, presa la seconda coroncina,  si avviò in cerca del gabbiano dalle zampe blu. Lo ritrovò dove l’aveva lasciato e gli posò la coroncina luminosa sul capo.
-       Ora noi due voleremo insieme  da Amelia – gli disse.
In poco tempo la raggiunsero. Quando Amelia vide che il gabbiano aveva sul capo la coroncina uguale alla sua ne fu molto felice. Il gabbiano dalle zampe blu sostò per qualche attimo sullo scoglio vicino e poi,  emettendo un forte strillo e sbattendo le ali, si levò nel cielo seguito dagli sguardi della fata e di Amelia finché divenne un piccolo puntino nell’azzurro infinito.
Amelia si augurò che il gabbiano dalle zampe blu arrivasse sano e salvo dal re-mago con la coroncina dei pensieri, al fine di poter spezzare l’incantesimo e ritornare un essere umano.
In pochi giorni le erano accadute cose straordinarie. Si guardò attorno. La fata era scomparsa come era venuta, allora Amelia cercò la coroncina, ma anche questa era sparita. Però sentiva che nella testa i suoi bei pensieri erano tornati al loro posto felici e contenti.
Passarono gli anni. Amelia era diventata una bella ragazza e tutti in paese le volevano bene. Non aveva perso l’abitudine, però, di andare alla spiaggia per farsi incantare dal mare.
Fu così che, durante uno di quei momenti, scorse sulla rena una grossa bottiglia. Incuriosita, si affrettò a raccoglierla e, vedendo che conteneva un biglietto, tolse il tappo e lo estrasse. Era un foglio bianco sul quale erano scritte con lettere d’oro queste parole:
- Grazie Amelia, i tuoi bei pensieri mi hanno salvato la vita. Li sto portando in giro per il mondo perché voglio donarli a tutti i re,  affinché nei loro regni torni la pace, l’amore e la felicità,  come è successo nel mio, dopo averti incontrata .-
 Amelia alzò lo sguardo e vide una grande nave bianca che si muoveva lentamente in alto mare.
 Rimise il biglietto nella bottiglia e, colma di gioia, s’incamminò verso casa, mentre i gabbiani l’accompagnavano, alti, danzando.



 - Giovanna Giordani

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